Il diario di bordo
di un viaggio missionario.

Il cuore del sacerdote è il cuore stesso di Dio – dirò alla piccola comunità cristiana indiana di Padre Sajan – nel cuore di Dio non si misurano le distanze: non ci sono né vicini, né lontani, siamo tutti al centro, nell’intimità delle sue attenzioniInnanzitutto ho più volte ringraziato il Signore di avermi fatto nascere in Italia. Pur nella precarietà attuale, dobbiamo sempre ringraziare il Signore di quanto ci ha dato e continuamente ci offre guardando le condizioni di vita, l’esistenza e lo stato di enorme povertà in cui versano tanti nostri fratelli, in questo caso delle Filippine.

Una seconda riflessione: più si conosce il mondo, più esso diventa piccolo, come un villaggio; più si conosce e si ama una persona, più essa diventa così piccola da entrare dentro di te e diventare un tutt’uno con te.

Al contrario, in questo processo di conoscenza, il tuo cuore si fa sempre più largo, più ampio; mentre il mondo si fa più piccolo, il cuore si fa sempre più grande.

Questa è l’essenza di fede e di carità che muove il cuore del missionario e dovrebbe essere così anche per il cuore del cristiano. Non si fanno questi viaggi per turismo, ma perché il Regno di Dio si realizzi in ogni cuore.L’espressione concreta della carità della nostra Comunità verso una Chiesa più povera. Questa solidarietà accresce la nostra generosità e rende il cuore della nostra gente sempre più aperto ai bisogni e alle necessità di quanti soffrono.

Non si condivide perché si è ricchi, ma per la convinzione che siamo tutti fratelli e solo dandoci una mano a livello umano e cristiano saremo in grado davvero di costruire la civiltà dell’amore, il Regno di Dio già qui in Terra, ossia un modo nuovo di stare insieme non solo domani, ma anche oggi, nel presente. Amen!

Siano rese grazie a Dio perché alla comunità ho potuto raccontare quante meraviglie il Signore ha operato attraverso noi, mediante questi viaggi missionari.

— Padre Aldo —