Convegno Missionario 2015.
…E fissatolo, lo amò.

Certo che la perturbazione meteorologica che si è abbattuta sulla Campania il 10 ottobre scorso, che ha richiesto l’allerta della Protezione civile e ha scoraggiato i piccoli e grandi spostamenti, non era il migliore auspicio per dare inizio al XXII Convegno Missionario Stimmatino (e VII per i giovani). Ma per fortuna c’è uno Sguardo che sa penetrare gli abissi e tutti gli strati di nuvoloni neri che ci hanno sovrastato quel giorno per farsi incontrare da chi lo cerca con cuore sincero.

Una pausa per riflettere è stata la due giorni del Convegno, per noi riuniti come Chiesa di battezzati chiamati alla missione, a fare del Vangelo e dell’uomo la nostra passione con l’Anno Santo della Misericordia alle porte, e come Chiesa Bertoniana stimmatina all’inizio del bicentenario della fondazione della Congregazione del nostro San Gaspare Bertoni (1816-2016). Il Convegno è stata l’occasione che la Provvidenza ha creato perché incontrassimo lo sguardo d’Amore di Gesù, l’appuntamento che Lui ha preso con noi senza avvisarci, come spesso gli capita di fare! Perché sa bene che, se prima non ci sentiamo amati, non possiamo diventare missionari!

Durante la preghiera del pomeriggio, guardando a San Gaspare, e chiedendogli di ottenere per noi “l’abbandono confidente”, abbiamo compreso, grazie alla riflessione di Mons. Pasotto (vescovo stimmatino e amministratore apostolico in Georgia), che se prima non c’è questa fiducia piena e totale, rischiando e tuffandosi nelle braccia del Signore, non potremmo darci da soli il coraggio di seguirlo e annunciarlo. “Se rischio, se mi abbandono, Dio diventa il mio Dio, quello che fa tutto per me!”, ha detto il Vescovo, ed io quello che fa tutto per Lui. Prima amati da Lui e poi missionari e missionari felici, cristiani felici.

Il nostro Dio è una Persona per cui vale la pena rischiare, perché Lui per primo ha rischiato per noi, non ha disdegnato di perdere la sua vita pur di avere salva la nostra, ci ha gridato Alex Zappalà, segretario nazionale di missione giovani. Alex ha “spezzato” il brano di Marco sul giovane ricco, il brano che ha ispirato tutto il Convegno; ha spiegato la Parola con la Parola, toccando i cuori con la forza spesso dirompente del Vangelo che crea, rinnova, scuote e ci rimette in cammino. C’è da impazzire di gioia, ha chiosato il laico missionario, nell’incontrare quello sguardo e, quando ti riprendi, capisci che “c’è una vita da vivere, una relazione da abitare, un amore da far crescere, che la persona che hai accanto è la tua terra di missione”, che l’altro mi deve stare a cuore come io sto a cuore a Dio, tanto da orientare le mie scelte e accendere in me la scintilla del cambiamento.

Nella sua preziosa riflessione di domenica, Mons. Pasotto ci ha ricordato che c’è un Dio, viscere di Misericordia, che come una mamma ci perdona all’infinito, aspetta con trepidazione il nostro ritorno. Come il navigatore delle nostre auto, non ci rimprovera se sbagliamo strada, ma è pronto a ricalcolare infinite volte il percorso più giusto per ognuno, perchè più di noi ci vuole felici a meta raggiunta. “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” e non qualcosa di diverso, ci ha detto con amore padre Giuseppe: chi compie le opere di misericordia incontra Dio (Matteo 25), perché la misericordia non è un attributo di Dio, ma la Sua stessa
sostanza.

Nella mattinata della domenica tutti hanno vissuto l’esperienza missionaria delle opere di misericordia. Tutti, chi visitando i detenuti, chi i poveri, le ragazze madri con i bambini, gli ammalati nelle corsie dell’ospedale, gli anziani soli nelle case, chi andando al cimitero per pregare per le anime del Purgatorio, soprattutto le più abbandonate, tutti hanno incontrato il sorriso di Dio, di nuovo quello sguardo d’Amore che ti fa tornare a casa diverso da com’eri! Proprio lì, nel volto dei fratelli, specialmente i più bisognosi, Gesù si lascia incontrare e riconoscere, e ci sentiamo noi i “serviti” con i piedi lavati dal Maestro! Siano le opere di misericordia il nostro breviario da recitare ogni giorno con il prossimo, ha auspicato Pasotto, siano la fantasia con cui rendere più bella la Chiesa!

E allora con l’augurio che le opere di misericordia diventino il nostro stile di vita cristiano e che non si esauriscano al Convegno, ma siano la nostra scelta quotidiana per l’anno giubilare e per sempre, e con la speranza che tutti i “numeri 0” (come ha detto Alex) di Battipaglia, Bellizzi, Catania, Bari, Palombaio, Poggiomarino al seguito dell’1 (che è Gesù) diventino un numero grandissimo ed impronunciabile e restino uniti, “in rete” con la preghiera, cantiamo ancora e viviamo le parole dell’Inno: “Seguo Te e libero correrò ad annunciare ai miei fratelli che solo l’Amore rende felice. Spezzerò il pane con gli affamati, consolerò i cuori più tristi! Tutto il mondo amerò, come hai amato me!” Un grazie speciale va a padre Donato Lovito, che con il suo servizio silenzioso ed eroico in Indonesia, coltiva il vivaio delle vocazioni stimmatine e la speranza di una nuova fioritura sacerdotale!